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"la vita non si misura in anni, ma col numero degli attimi che ti lasciano senza respiro..."

Frase trovata nel diario di un bivacco

SENTIERO ZANIN e CASERE MONVECCHIO

Chiesetta di San Vigilio
AVVICINAMENTO IN AUTO
Per raggiungere il punto di partenza si segue la strada che collega Valdobbiadene a Vittorio Veneto. Giunti a Tovena si svolta lungo la SP635 per il Passo San Boldo e si procede per circa un chilometro oltre il centro del paese. Poco prima del primo tornante, in corrispondenza di un capitello, parte il “Sentiero Zanin” n.1031, col quale inizia l’escursione. Sul lato della strada rivolto al torrente si può parcheggiare (m 320).
ESCURSIONE A PIEDI
Sfiorando il lato nord del capitello dedicato a Santa Ottilia, iniziamo a percorrere la comoda mulattiera fiancheggiata da solidi muri a secco che presto conduce alla terrazza prativa dove sorge la bella chiesetta di San Vigilio (m 400, 10’), dalla quale si domina a sud la vallata di Tovena. Per chi arriva dal basso la facciata, sormontata da un piccolo campanile, si staglia elegante sullo sfondo del monte Torresel, che svetta dall’altra parte della valle. Il complesso fu edificato nella seconda metà del XVI secolo in onore del santo patrono di Trento e oltre alla chiesa comprende un dormitorio presso il quale i pellegrini potevano trovare temporanea ospitalità. All’interno possiamo vedere ciò che resta di un altare decorato con tenui colori e le robuste capriate di legno che sorreggono il tetto ancora integro. La traccia, aggirato l’abside della chiesa, accentua la sua pendenza consentendo di guadagnare quota rapidamente. Oltrepassata una casera recante numerosi attrezzi da lavoro appesi sulla facciata (m 420, 20’), pieghiamo decisamente verso nord seguendo una tabella con la scritta dialettale “Landro de San Vidilio” (antro di San Vigilio). Dopo aver risalito con la traccia un po’ incerta un ripido pendio, usciamo dal rado bosco di latifoglie per ritrovarci in un dosso erboso (m 700, 1h) panoramico oltre il quale affrontiamo un breve tratto di cresta a sud della Cima di Campo. Arrivati in prossimità del ripido costone di vetta (m 800, 1h 20’), 
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La presenza di un tavolo con panchina e alcune trincee della Grande Guerra caratterizzano la modesta, ma panoramica vetta. Prima di giungere al punto sommitale il sentiero si affaccia sulla Val Fredda, aprendo così il panorama verso nord, dove in bella evidenza troviamo la Cima Vallon Scuro, la Croda Val della Pila e il Monte Agnellezze che lentamente digrada verso il Passo Scaletta. Dopo una pausa contemplativa, riprendiamo il cammino per scendere, prima per sentiero e poi per la strada cementata col n.991, al Passo San Boldo (m 700, 2h 50’). A est del valico, il sentiero n.991 segue in salita la stradina asfaltata fino a Casere Monvecchio (m 900, 3h 20’), dove sorgono alcuni interessanti edifici dalla semplice architettura con muri di pietra e copertura mista di coppi e lastre di roccia. Dopo una lunga sosta per il pranzo al sacco, iniziamo il cammino di rientro. 
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Al successivo bivio, in località Jal, ritroviamo una tabella simile che, integrata dal segnavia CAI n.990, invita a piegare a destra, in discesa. Dopo un breve tratto la strada sterrata diventa sentiero e perde quota alternando tratti piacevoli in costa ad altri più impervi relativamente faticosi, ma sempre sicuri. Transitiamo per una terrazza prativa con tavolino, un tempo stazione a monte di una teleferica, quindi sfioriamo il rudere di un’antica torre d’avvistamento e, prima di giungere sul fondovalle, sostiamo brevemente nei pressi di una bella casera dai muri di pietra con veranda esterna in muratura. Giunti al torrente Gravon, lasciamo il n.990 per seguire una traccia a destra priva di numerazione che, costeggiando il greto del corso d’acqua in direzione nord, in breve conduce al punto di partenza (m 320, 5h 15’).

Principali motivi di interesse: i panorami sulla pianura e sula Valbelluna; la chiesetta sconsacrata di San Vigilio; la vasta radura prativa della loc. Campo; le Casere Monvecchio; il rudere di una torre d’avvistamento e una bella casera con veranda lungo il sentiero  n.990 del rientro.

Difficoltà: EE
Dislivello: m 900
Lunghezza: km 10
Tempo: 5h 10' (comprese le soste)
Carta: LagirAlpina n°4, scala 1:25000

Foto del 28.01.2012

Punto di partenza del "Sentiero Zanin".
A mezza costa, la chiesetta di San Vigilio, mentre
a destra in alto la Cima di Campo, punto più alto dell'escursione

L'interno del capitello con l'immagine di Santa Ottilia

Indicazione affissa alla parete del capitello

L'inizio del sentiero fra muri di pietra a secco

Chiesetta di San Vigilio sullo sfondo del M.te Torresel

Ciò che resta dell'altare

Tovena vista dalla Chiesetta di San Vigilio

Casera lungo il sentiero verso Cima di Campo

Vecchi arnesi da lavoro appesi alla facciata della casera

Tratto di cresta percorso. Sullo sfondo la "Caldella",
vecchia strada di accesso al Passo San Boldo

La Cima Vallon Scuro (sin) e la Croda Val della Pila
viste dal sentiero in prossimità di Cima di Campo

Cima di Campo

Casere Monvecchio

Casere Monvecchio

Casere Monvecchio

Bivio in loc. "la Ial"

La piatta Cima di Campo e l'intaglio del Passo Scaletta (dx)
visti dai pressi di Casere Monvecchio

Vecchia stazione a monte di una teleferica 
lungo il n.990 del rientro

Rudere di una torre d'avvistamento lungo il n.990

Un piacevole tratto in costa del n.990

Casera diroccata con veranda in muratura lungo il n.990






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