Ad Menu
"la vita non si misura in anni, ma col numero degli attimi che ti lasciano senza respiro..."

Frase trovata nel diario di un bivacco

SASSO BIANCO


AVVICINAMENTO IN AUTO
Il punto di partenza è Caracoi Cimai (m 1364), raggiungibile deviando a sinistra dalla strada che collega Alleghe a Caprile, all’altezza del paese Le Grazie. Una stradina asfaltata in ripida salita conduce dopo circa 5 km al parcheggio situato all’ingresso del caratteristico borgo.

ESCURSIONE A PIEDI
L'itinerario proposto prende l'avvio circa 50 m a sud del parcheggio dove, in corrispondenza di una fontana, si trovano le tabelle segnaletiche. Il sentiero che ci interessa è il n°682 che, in gran parte del suo percorso, segue una stradina boschiva costellata da alcune piccole radure dove sorgono vecchi tabià, molti dei quali risistemati o in via di ristrutturazione. Il maggior raggruppamento di queste caratteristiche costruzioni di legno lo troviamo nella bellissima radura Giardogn (m 1833, 1h 30’), sita nella parte est della base del Sasso Bianco, dove termina anche la stradina e ha inizio il vero e proprio sentiero. Restiamo sul n°682 ancora per circa 15’ poi seguiamo a destra la deviazione (segnata, ma priva di numerazione) per la cima del Sasso Bianco che si inoltra in un fitto bosco di piccoli latifoglie. Il sentiero lascia sulla destra un canalone erboso e con ampio giro raggiunge la sella (m 2100, 2h 15’) che separa il Sasso Nero dal Sasso Bianco. Ora il panorama finalmente si apre verso l’agordino e verso le dolomiti di nord est. In questa amplissima forcella abbiamo anche la fortuna di incontrare una famigliola di sei stambecchi intenti a brucare l'erba ad una cinquantina di metri da noi. Qui invertiamo la marcia, ignorando il sentiero che prosegue verso la cima ancora lontana, e ritorniamo sui nostri passi per qualche minuto fino ad un bivio, dove assecondiamo il sentiero alto di destra (da quello basso siamo saliti) con le indicazioni per il Rif. Sasso Bianco. In circa 10’ siamo sulla sella (m 1955, 2h 35’) appena sopra al rifugio dove ritroviamo il n°682 che avevamo abbandonato circa un’ora prima. La magnifica radura dove sorge il rifugio insieme a numerosi tabià è sotto di noi, un centinaio di metri più bassa, in bella vista. Senza calare fino al rifugio, rimaniamo in costa per rientrare al punto di partenza seguendo le indicazioni per Bramezza. Da questo momento in poi il sentiero diventa bellissimo e molto panoramico, prima verso le pareti nord del M.te Civetta, poi verso il Pelmo, il Nuvolau, l’Averau, il Col di Lana, i Setsass e l’Alpe di Fanes. Transitiamo per un vecchio insediamento con alcuni tabià in rovina (m 1880, 2h, 50’) poi, dopo una breve sosta per il pranzo presso un tabià con vista su Pelmo e Civetta, arriviamo al Monte Piz, profondamente ferito nella sua parte alta dalla enorme frana (m 1800, 3h 40’) che nel 1771, ostruendo il corso del Torrente Cordevole, causò la formazione del Lago di Alleghe. Il canalone per il quale scese a valle quella enorme massa detritica è tuttora impressionante. Proseguiamo in discesa per buon sentiero e, passando per la radura della Casera Bur (m 1632, 4h) in bellissima posizione panoramica, giungiamo alla contrada Bramezza (m 1450, 4h 30’), semiabbandonata, ma con alcuni bellissimi tabià ristrutturati; anche qui il panorama circostante è molto bello. Ora percorriamo la stradina forestale che scende a Le Grazie prestando attenzione alla deviazione per Caracoi, che troviamo dopo circa 800 m, sulla sinistra (tabelle). Per questo sentiero caliamo verso il greto del Ru del Molin e lo attraversiamo con un ponticello di legno sito in corrispondenza di alcune cascatelle. Ancora pochi minuti e siamo a Caracoi Agoin (m 1256, 5h). Da qui seguendo la stradina asfaltata per circa 1 km rientriamo in leggera salita al parcheggio di Caracoi Cimai (m 1364, 5h 15’)

Principali motivi di interesse: molti tabià; panorami sulle montagne tra le più belle delle Dolomiti; possibilità di incontrare animali selvatici sui prati alti del Sasso Bianco; la “ferita” lasciata sulla montagna dalla enorme frana che nel 1771, ostruendo il Cordevole, causò la formazione del Lago di Alleghe; Casera Bur; Contrada Bramezza; fioritura di stagione.

DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: 750 m
LUNGHEZZA: 12 km
TEMPO (comprese le soste): 5 ore e 15’
CARTA: Tabacco n° 15, 1:25000


Le foto seguenti sono state scattate in data 14.08.2010


Una delle diverse radure con tabià, durante la salita


La cima del Sasso Bianco, vista da Giardogn



La magnifica radura di Giardogn


Famigliola di mufloni sulla sella tra Sasso Nero e Sasso Bianco


Sella erbosa tra Sasso Nero e Sasso Bianco


La radura col Rif. Sasso Bianco



Il Civetta visto dal sentiero in costa nella parte alta del percorso


Il Pelmo visto dal sentiero in costa nella parte alta del percorso


Il punto di distacco della frana che nel 1771 ostruì il Cordevole, dando così origine al Lago di Alleghe


Panorama verso l'Averau e il M.te Pore


Malga Bur


Contrada Bramezza


Contrada Bramezza: in primo piano il lavatoio


Contrada Bramezza


Alcuni dei "colori" dell'escursione





2 commenti:

STEFANO ROSSINI ha detto...

Salve. Vorrei precisare che ''la famigliola di stambecci tra il Sasso Nero e il Sasso Bianco'' in realtà sono mufloni (pecore selvatiche)

e314 ha detto...

Grazie, Stefano, per la precisazione