La cresta che sale al M. Santo, In evidenza il M.te Pàoda, alla
cui sinistra si nota la radura delle stalle omonime. In fondo, il Piave
AVVICINAMENTO IN AUTO
L'escursione prende l'avvio da Case Bolenghini (m 720), piccola località raggiungibile dalla SR348 (destra Piave) deviando per Quero e poi per Schievenin. In quest’ultimo abitato, poco dopo un'osteria, si trovano sulla destra le indicazioni che conducono attraverso la Val di Prada al punto di partenza. Il piccolo parcheggio si trova al termine della strada asfaltata, dopo il nucleo delle abitazioni.
ESCURSIONE A PIEDI
Dal parcheggio seguiamo la forestale che presto si alza sulle case del paese e dopo una serie di tornanti giunge a una forcella (m 1020, 45’) che dà sulla valle del Piave. Qui intercettiamo la strada boschiva con segnavia CAI n.844 proveniente da Cilladon che seguiamo verso nord, in salita. Dopo alcune decine di metri il sentiero abbandona la strada per salire a sinistra in costa panoramica fino a Stalle Paoda (m 1181; 1 h). Il complesso della malga, completamente ristrutturato, è costituito da grandi stalle e da un edificio un tempo adibito ad abitazione. Verso sud-est un gazebo con tavolo e panche affacciato ad un laghetto permette di sostare o di ripararsi in caso di necessità. Il posto è molto bello e panoramico verso la vallata del Piave e il Gruppo del M.te Cesen. Proseguiamo verso ovest e giunti alla sella a ridosso
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Trascorso qualche minuto dal bivio, quando il sentiero si fa più dolce e davanti si vedono le prime roccette, prendiamo una deviazione a destra che entrando nella faggeta ci evita la salita per la cresta impervia del Monte Paoda. Procediamo in costa all’interno del bosco fino alla piccola sella situata a nord del Monte Paoda, dove torniamo a camminare sul prato (m 1350, 1h 45’). Seguendo la panoramica cresta erbosa, con tre balze piuttosto ripide arriviamo all’anticima (m 1535, 2h 20’) del Monte Santo. Il panorama già ampio, ma parziale, qui si completa, e con la magnifica visione delle Vette Feltrine, della Valbelluna, dei Lagorai e dell’Altopiano di Asiago diventa a 360°. Piegando a sinistra (sud-ovest), percorriamo in ambiente aperto il piacevole e sicuro filo di cresta fino a raggiungere, dopo una leggera perdita di quota, la cima del Monte Santo (m 1538, 3h), segnalata da una vecchia tabella. Il panorama è sempre molto ampio in ogni direzione; verso sud si riesce a vedere la striscia argentea del mare, mentre più a ovest galleggiano nella foschia della pianura i Colli Euganei e i Monti Lessini. Ora il sentiero perde quota fino alla sella (m 1415, 3h 30’)
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Oltrepassata la cima di qualche decina di metri, la traccia aggira un tratto impervio scendendo in direzione nord nel bosco per tornarne fuori dopo qualche minuto e riprendere la discesa lungo il fianco prativo del Sassumà. Su tutta la cresta e lungo la discesa possiamo contare sulla presenza saltuaria di vecchi segni bianco-rossi che, specie all’interno del bosco, aiutano nell’orientamento. Dopo un ulteriore e lungo rientro nella faggeta del versante nord torniamo sul ripido prato dal quale ora possiamo scorgere, parecchio sotto di noi, la F.lla Alta. Stiamo percorrendo il crinale occidentale del Monte Sassumà con una visione spettacolare dei pinnacoli rocciosi caratteristici di questo versante. In fondo, nella pianura, il Piave con la sua traccia d’argento completa il quadro. Procedendo con cautela, giungiamo a Forcella Alta (m 1222, 4h 45’), dove ci concediamo una pausa per il pranzo al sacco. Qui intercettiamo il n.847 e con esso, dopo la sosta, in leggera discesa caliamo a Stalle Zavate (m 1121, 5h 20’). La costruzione, ristrutturata da poco, è adagiata su una piccola sella e in caso di necessità può offrire un essenziale ma sicuro riparo. Proseguiamo in direzione est sulla stessa traccia per una decina di minuti e dopo aver sfiorato una parete verticale biancastra imbocchiamo a destra una deviazione priva di numerazione che ci riporta al parcheggio evitando la Cengia di Prada. Il bivio è riconoscibile per la presenza di un masso imprigionato fra gli esili tronchi di un arbusto.
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Attraverso un luminoso e ininterrotto bosco di noccioli, dopo diversi tornanti facciamo rientro al punto di partenza (m 720, 6h 30’).
Principali motivi di interesse: gli ampi panorami in ogni direzione, le ristrutturate Stalle Pàoda e Zavate, gli scorci selvaggi e inconsueti del M.te Grappa, i pinnacoli di roccia sul crinale occidentale del M.te Sassumà.
Dislivello Sal / Dis: m 1000
Difficoltà: E
Lunghezza: km 11
Tempo: 6h 30' (comprese le soste)
Carta: Zanetti n.8, Il Massiccio del Grappa 1:30000
Foto del 14.01.2012
Case Bolenghini nelle prime ore della mattina
Il Piave. In fondo il Montello (sin) e i colli asolani
Stalle Pàoda con la "posa" gelata. Dietro la cresta per salire al M. Santo
Salendo verso il M. Santo, visibile a sinistra
I dirupi dell'alta Valle di Prada
Case Bolenghini viste dal sentiero che sale al M. Santo
Monte Tomatico
La cresta che sale al M. Santo, In evidenza il M.te Pàoda, alla
cui sinistra si nota la radura delle stalle omonime
Vista del Tomatico dall'anticima del M. Santo.
In fondo le Vette Feltrine
Parte del panorama verso nord. In fondo la Cima d'Asta e in
primo piano il Monte Avena
Cima del Monte Santo sullo sfondo dei monti Pavione,
Vallazza e Cima d'Asta
Il Monte Peurna visto dalla cresta di cima
La cresta sommitale percorsa. In fondo il M. Santo. La sella con la neve
rappresenta il punto più basso della cresta Santo-Sassumà
Sulla cima del Sassumà. In fondo il M.Santo e la cresta percorsa
Stalle Zavate (in basso, al centro) viste dalla vetta del Sassumà
Vista del Piave dal crinale occidentale del Sassumà
Pendio del Sassumà visto da Stalle Zavate
Il luminoso bosco di noccioli col quale si rientra
Case Bolenghini, vicino al punto di partenza
Il Piave. In fondo il Montello (sin) e i colli asolani
Stalle Pàoda con la "posa" gelata. Dietro la cresta per salire al M. Santo
Salendo verso il M. Santo, visibile a sinistra
I dirupi dell'alta Valle di Prada
Case Bolenghini viste dal sentiero che sale al M. Santo
Monte Tomatico
La cresta che sale al M. Santo, In evidenza il M.te Pàoda, alla
cui sinistra si nota la radura delle stalle omonime
Vista del Tomatico dall'anticima del M. Santo.
In fondo le Vette Feltrine
Parte del panorama verso nord. In fondo la Cima d'Asta e in
primo piano il Monte Avena
Cima del Monte Santo sullo sfondo dei monti Pavione,
Vallazza e Cima d'Asta
Il Monte Peurna visto dalla cresta di cima
La cresta sommitale percorsa. In fondo il M. Santo. La sella con la neve
rappresenta il punto più basso della cresta Santo-Sassumà
Sulla cima del Sassumà. In fondo il M.Santo e la cresta percorsa
Stalle Zavate (in basso, al centro) viste dalla vetta del Sassumà
Vista del Piave dal crinale occidentale del Sassumà
Pendio del Sassumà visto da Stalle Zavate
Il luminoso bosco di noccioli col quale si rientra
Case Bolenghini, vicino al punto di partenza
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