LA STRADA DEL “FORMAI”
ACCESSO: l’itinerario parte da Zoppè di Cadore
(BL), raggiungibile da Forno di Zoldo con circa 9 chilometri di buona strada
asfaltata. In paese ci sono diverse possibilità di parcheggiare su spazi
pubblici: davanti alla scuola oppure di fronte alla Locanda Pelmo e infine
oltre la chiesa, appena sopra il tornante a destra che si trova nei pressi del
mulino ad acqua ricostruito (m 1450).
NOTE SUL PERCORSO E SINTESI: l’escursione si svolge su sentieri
o stradine forestali facilmente individuabili e in gran parte contraddistinti
dai segnavia bianco-rossi del CAI. Lungo il percorso, la presenza di alcuni
pannelli didattici favorisce la comprensione dell’interessante ambiente che si
attraversa. Percorrendo un comodo sentiero (che poi diventa stradina boschiva)
non segnalato da alcuna tabella si raggiunge la Malga Rutorto, situata in
un’ampia radura con magnifica vista sul Monte Pelmo. La cartina suggerita, sia
pure in forma parziale, riporta l’itinerario con linee continue o tratteggiate
di colore nero e col tratto rosso CAI.
NORDIK WALKING: adatto
DISLIVELLO: 270 m ( 246 m, senza
raggiungere Malga Rutorto)
QUOTA MAX: m 1690
DURATA: 2h 30’ (2h, senza raggiungere
Malga Rutorto)
DIFFICOLTA’: E
LUNGHEZZA: 6 km (4 km, senza raggiungere
Malga Rutorto)
CARTA: Tabacco n.025, scala 1:25000
PRINCIPALI MOTIVI DI INTERESSE:
la
storica “Strada del Formai”; il complesso della Malga Rutorto formato da una
parte abitativa vicina a stalle enormi disposte a rettangolo; il panorama sul
Pelmo; il mulino ricostruito di Zoppè con la sua piccola mostra all’aperto di
macine.
DETTAGLIO
DELL’ESCURSIONE: iniziamo questa bella escursione con la visita al ricostruito mulino
ad acqua che sorge nella parte alta di Zoppè, sulla riva sinistra del Rio di
Giaz. Di fronte, sull’altra sponda del torrente, sono esposte alcune
interessanti tipologie di macine i cui differenti impieghi sono chiaramente
illustrati dai vicini pannelli didattici. Nelle vicinanze, presso il tornante
della strada per la località Pian, una tabella gialla illustra i sentieri che
partono da qui. La direzione da seguire è quella della Malga Rutorto, indicata
dal segnavia CAI n.471. Dal mulino proseguiamo per una cinquantina di metri verso
ovest lungo una stradina asfaltata sulla quale si affacciano alcuni caratteristici
tabià della frazione Sagui. Questo breve tratto offre un bel colpo d’occhio sull’abitato
di Zoppè, che emerge sullo sfondo del Col Duro e del Bosconero. Appena dopo il
quinto edificio, deviamo a destra seguendo una indicazione per il Rifugio
Venezia.
Dopo
qualche minuto arriviamo a una bella radura con crocifisso e panchina dalla
quale si ha una prima veduta della sommità del Pelmo, che spunta dal bosco. Al
successivo bivio andiamo a sinistra (tabella per Rif. Venezia) e, dopo aver
attraversato il torrente con un ponticello, iniziamo a risalire il fianco
nord-orientale del Colle S. Anna. All’interno di un bel bosco di conifere, col
sentiero n.471 guadagniamo lentamente quota fino a raggiungere una recinzione
con un rudimentale cancello di legno (m 1680, 1h). Volendo, a questo punto si
può decidere di rientrare col sentiero (“strada
del Formai”) che cala alla nostra destra (est), ma così facendo si perde la
parte più appagante dell’escursione, vale a dire la radura della Malga Rutorto.
Noi scegliamo, appena oltre il cancello, di proseguire a sinistra per la malga,
abbandonando il n.471 che, invece, sale più a destra lungo il crinale verso il
Rif. Venezia. Una bella traccia, che poi diventa stradina, con una leggera
perdita di quota conduce in circa un quarto d’ora alla spianata della malga
suddetta (m 1670, 1h 15’). Il complesso, formato da un edificio ad uso
abitativo e da enormi stalle a pianta rettangolare, sorge in mezzo a bellissimi
prati sovrastati a nord dal Monte Pelmo, che qui appare in tutta la sua
maestosità. La morfologia della Spalla Sud, della Spalla Est e del circo della
cresta sommitale, conferisce a questo gigante dolomitico la caratteristica forma
di enorme poltrona (“trono di Dio”, localmente
“caregon de ’l Padreterno”),
particolarmente riconoscibile da questo punto di osservazione.
Dopo
una sosta adeguata per ammirare la bellezza del posto e mangiare qualcosa,
torniamo al cancello di legno e quindi, deviando a sinistra (est) fuori dalla
recinzione, iniziamo la discesa per rientrare. Il sentiero che dalla malga ci
ha portato qui e quello che percorreremo ora per scendere a Zoppè, è parte di
un’antica via di comunicazione tra gli alpeggi del Pelmo e il fondovalle di
Vodo. La Casera Rutorto, come punto d’appoggio per le greggi di pecore (fedèra), è documentata fin dal XIII
secolo. Quando, nel XVII secolo, la struttura venne trasformata in casera per
bovini, i prodotti caseari lavorati in loco cominciarono a essere trasportati a
valle per la via suddetta che, per questo, oggi viene chiamata Strada del
Formaggio (Strada del “Formai”). Il
ritorno al punto di partenza avviene dunque lungo questo antico tracciato,
anch’esso identificato, come il sentiero della salita, dal n.471. All’interno
di un bel bosco di abeti e larici, alcuni ponticelli di legno favoriscono
l’attraversamento di torrenti e acquitrini consentendo di calare agevolmente
fino a un crocifisso appena sopra Zoppè. Dopo aver visitato nei pressi del
capitello alcuni tipici tabià, scendiamo al mulino e, infine, al parcheggio (m
1450, 2h 30’).
FOTO DEL 18.10.2013
Zoppè di Cadore
Mulino restaurato presso Sagui
Sagui
Colori autunnali lungo il "Sentiero del Formai"
Colori autunnali lungo il "Sentiero del Formai"
Malga Rutorto
Colori autunnali
Monte Pena (o Penna)
Malga Rutorto sullo sfondo del Monte Pelmo
Malga Rutorto
2 commenti:
Ciao. Ma il sentiero è 471 e non 671
Grazie al lettore "anonimo" del post che ha segnalato il mio errore di battitura nello scrivere il numero del sentiero da seguire in salita.
Ho appena provveduto a correggere.
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