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"la vita non si misura in anni, ma col numero degli attimi che ti lasciano senza respiro..."

Frase trovata nel diario di un bivacco

PERIPLO DELLA VAL ZEMOLA

Casera Galvana. Sullo sfondo a destra il Duranno


AVVICINAMENTO IN AUTO
Da Longarone si seguono le indicazioni per la Diga del Vajont oltrepassata la quale, arrivati a Erto, occorre seguire le indicazioni per la Val Zemola. Una stradina parzialmente asfaltata di alcuni chilometri permette di portarsi alla quota di m 1181 (loc. Stei del Conte), nei pressi della Casera Mela, dove si può parcheggiare l’auto.

ESCURSIONE A PIEDI
L’obiettivo dell’escursione è quello di compiere il giro in senso antiorario della Val Zemola passando, in successione, per Casera Galvana, Rifugio Maniago e Casera Bedin di Sopra per poi scendere al punto di partenza. Dal parcheggio seguiamo quindi la tabella col sentiero CAI n.908, recante anche l’indicazione per Casera Galvana. La prima parte del percorso è su strada bianca ed è comune anche col n.374 che conduce diretta-mente al Rif. Maniago. Presto il nostro sentiero abbandona la forestale per scendere dolcemente a destra fino al greto del torrente Zemola, in loc. Le Grave (m 1200, 30’). Qui il n.908 si separa dal n. 374, che invece procede verso nord, e con una brusca piega verso sud-est inizia a risalire il fianco idrografico sinistro del Bus de la Galvana.
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adagiata sulle pendici orientali del Col de Zevita. Il piccolo edificio ristrutturato, sempre aperto e attrezzato a bivacco, sorge su una radura in magnifica posizione verso l’alta Val Zemola, dove troneggia la possente mole dolomitica del Duranno. Da questo punto inizia il tratto verso nord-est che con diversi saliscendi conduce al Rifugio Maniago. Dalla Casera Galvana procediamo in leggera salita fino a un dosso erboso (m 1663, 2h) con ampio panorama sulle Cime Borgà e Palazza che svettano sul versante opposto della valle.
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 E’ questo l’unico varco per avanzare verso nord, ma questo ci è costato la perdita di circa 150 metri di quota. Riprendiamo a salire, ma le perdite di quota, anche se più modeste di quella appena subita, non sono finite. Prima di giungere al Rifugio Maniago ne contiamo almeno altre quattro. Giunti alla Gravina del Duranno, finalmente, intravediamo nel fitto bosco di conifere, leggermente più in alto rispetto a noi, il piccolo traliccio con pannello solare e anemometro che prelude al rifugio. Ancora una breve risalita e finalmente sbuchiamo nella radura alla base del Duranno dove sorge, insieme all’edificio del Maniago, anche una piccola cappella (m 1730, 3h 45’). Da questa posizione si ha un magnifico colpo d’occhio sulla parte sud della Val Zemola. In fondo, oltre la valle dove corre la strada che da Longarone porta a Cimolais, è possibile vedere l’enorme ferita lasciata sul monte Toc dalla frana che nel 1963, precipitando nell’invaso della diga del Vajont, causò l’ondata di acqua e fango in seguito alla quale persero la vita quasi duemila persone. Consumiamo il nostro pranzo al sacco, beviamo qualcosa di caldo al bar del rifugio e dopo una pausa di tre quarti d’ora ripartiamo alla volta della Casera Bedin di Sopra. Seguendo la segnaletica, sempre ottima lungo tutto il percorso, ci incamminiamo per il sentiero n.381, che per una decina di minuti corre comune col n.374.
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Dopo una rinfrescata con l'acqua gelida del torrentello, costeggiamo una parete rocciosa e infine, con un’ultima impennata della traccia, superiamo le poche decine di metri che ci separano dalla Casera Bedin di Sopra (m 1713, 6h). L’edificio si compone di due parti adiacenti, una delle quali, la più bassa, sempre aperta e fruibile come essenziale bivacco. La radura su cui sorge il piccolo complesso si trova in bellissima posizione panoramica, proprio di Fronte al Duranno, alle Cime Centenere e alla Cima Fortezza. Dalla casera , sempre seguendo il n. 381, in falsopiano tagliamo il pendio orientale del Monte Palazza fino a intercettare la forestale (m 1670, 6h 30’) che sale alle vecchie cave di marmo. Da questo punto procediamo in discesa lungo la strada bianca che, perdendo lentamente quota, conduce prima alla Casera Mela e quindi al punto di partenza (m 1181, 7h 30’).

Principali motivi di interesse: i panorami sulla Val Zemola e sulle cime che la circondano:Borgà, Palazza, Duranno; le Casere Galvana e Bedin, il Rif. Maniago.

Dislivello: Sal / Dis m 950
Difficoltà: EE
Lunghezza: km 15
Tempo: 7h 30’ (soste incluse)
Carta:  Tabacco n.021, scala 1:25000



Foto del 13 agosto 2011

Casera Galvana. Sullo sfondo a destra il Duranno


Col Nudo visto dalla Val Zemola


Faggeta subito dopo la partenza


Duranno visto dal greto del torrente della Val Zemola


Casera Galvana


Borgà (sin) e Palazza


Duranno col cappello


Sorgente nei pressi del Rif. Maniago


Rif. Maniago


La Val Zemola vista dal Rif. Maniago. In fondo
 il Monte Toc col segno lasciato dalla frana del 1963


Duranno visto dal sentiero di avvicinamento
alla Casera Bedin di sopra


Tratto di sentiero poco prima della casera Bedin di sopra


Casera Bedin di sopra. In primo piano la parte
sempre aperta adibita a bivacco


Casera Bedin di sopra


Guado con cascatella, poco oltre Casera Bedin


Palazza


Casera Bedin sullo sfondo del Duranno


Reperti di archeologia industriale connessi all'attività della
vecchia cava di marmo situata appena sotto la cima del Monte Borgà


Casera Mela, nei pressi del parcheggio


Alcuni colori dell'escursione. Da sinistra in alto,
 Aquilegia, Cirsio, Brunella comune, Aconito