Le colline del Prosecco
AVVICINAMENTO IN AUTO
Da Valdobbiadene si segue per un paio di chilometri la SP36 per Follina. Giunti a S. Pietro di Barbozza si gira a sinistra in corrispondenza della chiesa (Via Teriol) e si prosegue in salita per circa 1 km fino a raggiungere la chiesetta di S. Antonio, in località Case Geronazzo. Si parcheggia ai lati della strada (m 450).
ESCURSIONE A PIEDI
Dalla chiesetta di S. Antonio, costruita per volere della famiglia Geronazzo nel 1797, anno della caduta della Repubblica Veneta, procediamo in salita lungo la stradina e presto troviamo alcune tabelle di legno fra le quali anche quella del n. 1013 che intendiamo seguire. Dopo qualche tornante il sentiero n.1013 si stacca sulla sinistra e inizia a salire deciso lungo un canalino che corre in mezzo a un fitto bosco di latifoglie. La nostra meta dei Piani di Farnè si potrebbe raggiungere anche con un percorso più lungo rimanendo sulla carrabile, tuttavia preferiamo inoltrarci nel bosco per seguire la pur più ripida traccia, indicata saltuariamente da segni bianco-rossi. La salita, abbastanza impegnativa, è priva di particolari motivi d’interesse fino alla quota di circa 700 metri, ma da questo punto inizia una serie di belle casere ristrutturate che, circondate da ampie radure, offrono scorci panoramici verso sud veramente notevoli (m 700, 40’). Presto il sentiero confluisce sulla carrabile che avevamo abbandonato in partenza e con essa giungiamo ai Piani di Farnè (m 900, 1h 30’). Poco prima di arrivare al capitello, che insieme a un’area picnic e una “posa” con azalee, caratterizza la località, sfioriamo l’agriturismo Bisol, in magnifica posizione panoramica sulla valle del Piave e sulla pianura. Al termine di una sosta adeguata, iniziamo il percorso di rientro col n.1014 che, dopo aver lasciato sulla destra l’agriturismo anzidetto, inizia a scendere alternando alcuni tratti di sentiero ad altri su strada bianca.
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ad un’altra casera (m 639, 2h 20’), dove troviamo nuove indicazioni a sinistra del n.1014. Il sentiero adesso perde quota all’interno del bosco e, senza ulteriori deviazioni, conduce all’eremo di S. Alberto (m 460, 2h 40’), antico luogo di culto e oggi meta di numerosi pellegrinaggi. La prime notizie storiche di questa luogo risalgono alla fine del 1400, allorquando il Vescovo Barozzi vietò che si celebrassero funzioni religiose per la precarietà della chiesa. Successivamente l’edificio fu usato come ricovero per bestiame e solo verso la metà del XVII sec. iniziò l’opera di recupero alla sua primitiva destinazione. Nel 1865 fu eretto il campanile, che tuttora vediamo. L’eremo porta il nome di S Alberto in quanto nella cappella si conserva una reliquia del santo, Da questo punto, con un lungo tratto di strada bianca in costa, rientriamo alla chiesa di S. Antonio da cui eravamo partiti (m 450, 3h).
Principali motivi di interesse: i panorami sulla valle del Piave, sulla pianura e sui colli del prosecco; le numerose casere ristrutturate; la chiesetta di S. Alberto.
Difficoltà: E
Dislivello Sal / Dis: m 450
Lunghezza: km 7
Tempo: 3h (soste incluse)
Carta: Zanetti n.12, 1:30000
Foto del 20.06.2011
Chiesetta di S. Antonio, a Case Geronazzo
La prima casera con radura panoramica
La vallata del Piave
I vigneti del Prosecco
Panorama verso Vidor
I pendii più alti coltivati a vite
La terza casera
Veduta verso valle dalla terza casera
Il riposo di Snoopy
Agriturismo Bisol, presso i Piani di Farnè
Follo
Ancora vigneti
Chiesetta di S. Alberto
Collegio dell'Immacolata, fra i vigneti
San Pietro di Barbozza
Ricami creati dai filari
Campanula spigata
Campanule giganti
Margherite
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